Nell'incipit, ambientato negli anni di piombo, lo vedremo uscire di casa poco dopo l'alba, protetto dalla nutrita scorta, per la consueta messa. Niente sembra turbarlo, neanche la certezza di essere nel mirino delle Br. Solo una bella signora, mattiniera come lui, scuote il suo sguardo: la donna adulterina, sbandata, forse dissoluta, sta diventando una presenza amica, cerca aiuto nel suo opposto per risolvere il dilemma morale.
Sarà un Andreotti visto da vicino, anche nel privato familiare o nelle fragilità della salute, distante dall'imitazione che ne fa Oreste Lionello al Bagaglino o dalle antiche caricature di Gal sull’Unità. Ma anche un «divo Giulio» osservato con un assoluto distacco morale risolto stilisticamente, come Paolo Sorrentino ama fare nei suoi film eleganti e ambigui, dove pure i più fetenti, siano essi riciclatori di denaro sporco o usurai lascivi, giganteggiano su una certa mediocrità piccolo borghese. La notizia, anticipata dalla Repubblica, è che il regista di Le conseguenze dell'amore sta per girare un film su Andreotti, con nomi e cognomi, calato nei giorni neri del senatore, quelli dei lunghi processi e dei sospetti infamanti. Tuttavia non sarà un film politico in senso classico, la denuncia di una certa pratica democristiana del potere, un'indagine sulle trame mafiose o presunte tali. Il trentaseienne regista partenopeo punta più in alto: vede Andreotti come incarnazione metafisica della politica, un enigma insinuante da opporre a convinzioni e pregiudizi ancora diffusi.
«Il divo» - così si chiamerà il film - è un titolo perfetto: sfuggente e preciso al contempo, ben si addice alla vicenda del parlamentare più longevo della Repubblica (e pensare che lui confessò di aver votato monarchia al referendum). Uomo colto, perfino erudito, dalla battuta sibilante, Andreotti ha conosciuto l'ebbrezza del governante e l'onta del processato. Al cinema l'abbiamo sempre visto, con l'eccezione del «Tassinaro», come emblema di un potere malefico e rassicurate, tra Belzebù e Madre Teresa di Calcutta. Sarà curioso, quindi, scoprirlo attraverso l'occhio di Sorrentino e il corpo, appena ritoccato nel trucco e nelle postura, di Toni Servillo. Nel cast figurano Anna Bonaiuto (la moglie Livia), Piera Degli Esposti (la signora Enea, fedele segretaria), Giulio Bosetti (Cossiga), Michele Placido (Evangelisti), Paolo Graziosi (Moro) e molti altri. Costo: 4 milioni e 200 mila di euro; producono Indigo Film, Lucky Red, Parco Film più la francese Babe Films; primo ciak a metà giugno.
Fonte: Il Giornale
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